Base della parete, due loschi individui e una monetina, e un paio di ragazzi perplessi nell'ammirare cotanta disorganizzazione: testa si fa tahiti, croce si fanno gli specchi...quando si dice aver le idee chiare in testa! ;-)

Partiti con nonchalance su un tiro di 5b, ci vuole giusto quella decina di metri per ricordarsi che si parla di gradi "classici", e quindi gli scopaccioni, seppur evitati con le solite inutili peripezie, son sempre lì a portata di mano pronti ad intervenire per sedare gli animi. Devono farlo sul secondo tiro, dove i tre metri dati 6a+ (!!!) lasciano segni importanti sulla pelle del buon ga, tradito nella ricerca dell'equilibrio su ottime zanche da un vento fortissimo e rafficato (tra i due e i tre nodi, per capirsi). Fortuna che sul tiro dopo il discorso è ben diverso: un bel 6c regalato su maniglie e grandi tacche dello spessore di circa un micron, un micron e mezzo. Ga si perde un pò nel decifrare il geroglifico tra il primo e il secondo spit, anche ele è incuriosita ma più ai reperti dell'età dell'inox che alle sottili incisioni sulla roccia che su questo tiro ricadono a pieno titolo nella definizione di "appigli" e “appoggi”. Detto ciò la via scivola via veloce su due bellissime lunghezze in diedro e in traverso -sia mai che ele non si diverta! ;-)- e giù dritti verso gli zaini! Il tempo non è incoraggiante ma tiene, così c'è ancora il tempo di trovare lungo sui primi tre tiri della via del diedro, prima che si metta a piovere seriamente: si torna a casuccia! :-)
Data: maggio 2014

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Torre di Aimonin (Una notte a Tahiti)