Si presenta al test d'ammissione al GAP (peraltro a sua insaputa) in una calda giornata di maggio, per giunta in falesia, e lo fa presentandosi come una tipa che ha come sogno nella vita di salire su Cima Grande per la normale, "al massimo, ma sarebbe un sogno forse irraggiungibile, per lo spigolo dibona". Chiaramente, ignara di chi aveva di fronte: 78 giorni dopo sarà su Cima Grande, ma -altrettanto chiaramente- passando dalla Nord. Prova a farsi odiare dall'intero web descrivendo la roccia di una certa via "...'na schifezza", e ga prontamente la riporta all'ordine portandola a salire una via nuova su una frana verticale; e da lì, comincerà a parlare di roccia ottima persino sui ghiaioni delle lavaredo. Affetta dalla "sindrome della Signora in Giallo", risulta in grado di condizionare in chissa quale maniera il meteo, riuscendo a far venire giù il finimondo (comprese due ore ininterrotte di fulmini) in un giorno in cui meteo arabba dava bello stabile. Meteo arabba ci riprova, e lei tra sera, mattino, e giornata, scala la marmolada senza vederla neanche un minuto integralmente. Per ulteriore conferma, riesce a far sbagliare previsioni persino a nimbus; il che è tutto dire. Datele un tiro di sesto su un muro verticale, sale senza problemi (...); datele un tiro di di secondopiù in traverso, e vi scaglierà contro ogni oggetto a portata di mano. Restia al dormire in macchina fino a un paio di settimane in dolomiti, alla fine delle settimane, tornata a casa, preferisce dormire in macchina che nel letto di casa. Leggere attentamente il foglietto illustrativo.




Dopo aver rischiato più volte il passaggio a miglior vita durante la discesa da cima mondini insieme ai Fanni Brothers (lore e il fratello) e a un maestoso temporale, smette di scalare per un decennio. Ci riprova, imperterrita, in una bella giornata di dicembre sulla via del pesce d'aprile, insieme al sottoscritto e a Lore. Giunge viva in cima per cause non ancora precisate. In compenso la meravigliosa doppia da 57mt s'incastra, e s'arriva a noasca a notte fonda; il giorno dopo mi verrà comunicato che la giovine è in stati pietosi e febbricitante. Si dedica allora alla falesia, attività molto più interessante e con soggetti più rilassati e rilassanti. Ma il suo vero animo è da alpinista. Partecipa anche lei alla spedizione extraeuropea sul monte oronaye, ma le va di culo perchè sbagliamo in pieno il canale, in una giornata dal clima vagamente patagonico (ma non diamo la colpa al clima...). Fa poi filotto compiendo 3 uscite di seguito con Gabriele (solo perchè quelli capaci sono uno in altri luoghi e l'altra in mezzo ad altri pensieri!), collezionando un ottimo bottino: 3 vie, 600mt circa di scalata, 20 tiri. Il tutto in sole 21 ore di scalata effettiva....




Ricky giunge al GAP dopo una lunga preparazione atletica; interi tiri da rinvio a rinvio, seguendo l'arte del mitico Richard (l'unico uomo al mondo a tirare TUTTI i rinvii della I.N.P.S. a Pianarella TRANNE UNO!). In grado di addormentarsi due volte nel giro di quattro giorni su due soste di due vie diverse. Noto per il suo eclettismo, passa dalle grotte, alla mountain bike, al curling, alle gare di pentathlon acrobatico, il tutto nella stessa giornata, e la sera passa da chiaretta. Effettivamente nell'elenco fatto manca la scalata, ma fatta come la fa lui può tranquillamente rientrare nelle quattro attività menzionate. Ex maratoneta, ex ammaestratore di girini, ex campione di UNO (autore tra l'altro della prima solitaria invernale di un torneo del noto gioco da tavola), attualmente pare abbia la tendenza a sopravvivere inventando gare di mountain bike, e si dice che le organizzi in modo tale che almeno uno si sperda per le colline del finalese per dare alla gara un brivido finale. Il tutto mentre tutti ormai mangiano e bevono e se ne battono i maroni del poveraccio disperso, salvo il medesimo individuo, i vvff, i carabinieri, la questura, il comune di finale; inoltre ha la tendenza a distruggersi le caviglie sfracellandosi su lunghi rettilinei pianeggianti. Da consumarsi preferibilmente entro il 20 ottobre 2011.
NDA: per dovere di cronaca, in seguito a dura contestazione ricevuta a mezzo sms dall'interessato, si precisa che il sig. Richard, in arte Richard, si ritiene "certo di aver tirato TUTTI i rinvii sulla INPS, anche quelli sull'imbrago di chi mi aspettava in sosta"....




Una delle leggende (viventi!) dell'alpinismo piemontese. Parlare del suo immenso curriculum con ricky, sarebbe come tentare di parlare di politica con flavia vento. Uno spreco. Un'enciclopedia universale dell'alpinismo. Quando gli chiedi informazioni su una via, lui l'ha già fatta, e sempre (ma come sarà mai possibile?) "25 anni fa". Nel mezzo non se ne sa nulla. Di sicuro tantissimo alpinismo esplorativo nelle valli del cuneese, duemilaseicentotredici nuove vie sul Monte Matto, oramai la sua seconda casa. Tra le grandi classiche che hanno fatto la storia, gli manca la walker alle jorasses (toh, manca anche a me.....), sempre rimandata perchè "...c'è così tante belle cose da fare, che tutto non si riesce!". Se lo incontrate, alla vostra domanda "quanto ci vorrà ad arrivare all'attacco?", usate la seguente tabella di conversione: "un'oretta" -> "1h30' (senza zaino) su faticosissimo pendio di sfasciumi" - "due ore" -> "2h fino al bivio da cui parte il sentiero vero e proprio" - "due ore buone" -> "3 ore e trenta - 4 ore", e via dicendo. Unico oggetto assolutamente indispensabile in sua presenza: la frontale. Le speranze di ritornare con il chiaro è inutile portarsele nello zaino. E' l'unica persona che io abbia mai avuto modo di conoscere in grado di salire appendendosi al fifi ogni spit sul 6a a boragni, e ripetere pilone centrale, pilier d'angle, pilastro rosso (giusto per far tre nomi...), aprire una via nuova in solitaria sulla nord del corno e la diretta allo scarason, fare la prima solitaria al bric camoscere, la prima invernale di Ge.La.Mo. al Corno Stella...




Un uomo, uno stile di vita. Alla prima via lunga della sua vita, primo bivacco (imprevisto); in compenso, la via era tra le più impegnative delle orobie! Nonostante ciò, insiste nel credere che l'alpinismo sia una bella roba, e insiste imperterrito. Lo incontriamo su una parete meglio nota come "parete sud della marmolada", e ne abbiamo subito una pessima impressione. Ce lo ritroviamo il giorno dopo il bivacco (...n'altro?!) sull'uscita messner, capiamo che ormai è destino, e in fondo lo troviamo quasi simpatico. Quasi ci porta in salvo, due giorni dopo, sulla cassin in lavaredo. Non compie il suo progetto di arrivare in vetta prima di scendere, perchè arriviamo alla cengia che la gente normale è già davanti alla tv a guardare il carosello, e quando i bambini vengono messi a nanna l'unica cosa di normale che c'è tra di noi è la via di discesa. Girovaghiamo nel gran casino della discesa dalla sud alle luci delle frontali. Il tempo di riprendersi dallo shock, qualche mese, e ci presenta le sue orobie passando direttamente dalla "Regina", ed è una gran bella giornata e una gran bella avventura. Sulla via tira persino più chiodi di lorenzo, e ciò lo mette in cattiva luce con il team GAP...la paura di aver rivali nel tirar chiodi fa paura. Fortuna che lore è ben conscio delle sue potenzialità. Ci si rivede ancora una volta sul medale, e per l'occasione, seppure in una splendente domenica di dicembre, nessuno si presenta in tutta la parete. Il perchè, ad oggi, risulta essere ancora ignoto. Nel frattempo va formandosi il suo stile: vie sperdute e idee dimenticate. Allora qualcuno ancora c'è, che ha voglia di vivere l'avventura fino in fondo: grande!




Validissimo rappresentante della stirpe Fanni - e chi conosce Paolo Fanni, sa bene a cosa ci riferiamo. Calmo e silenzioso, se lontano dalla sua chitarra elettrica (che strimpella in maniera dignitosa con un manipolo di soggetti borderline, da lui stesso più comodamente definiti "gruppo"), ovunque si trovi: sulle placche più levigate come sugli strapiombi più accentuati. Tanto silenzioso che a volte facendogli sicurezza ci si dimentica di averlo attaccato al reverso. E, come il fratello, nello stesso tempo lui tende a dimenticarsi che, destino vuole, in questo continente il sole ha la brutta abitudine di tramontare, verso sera. Il suo atteggiamento ieratico può a volte esser scambiato per menefreghismo, ma non fatevi ingannare! Una volta su una via, pochi metri sopra ad un amico (di quelli con le camme!) abbarbicato ad un´unica presa ormai da minuti con avambracci gonfi e faccia implorante, Michele si volta e fa “Dai eh!” e riprende per la sua via... Alla sua scarsa dimestichezza con nut e friend sopperisce con una dose impareggiabile di sangue freddo. Memorabile il suo commento dopo essere uscito da un camino di 20 metri di VI improteggibile a Goloritzé: “Ma Lo! A cosa servono tutte queste cianfrusaglie che mi hai appeso sull´imbrago? Mi danno solo fastidio!” . Probabilmente soltanto la pigrizia gli impedirà di diventare un grande alpinista. Una delle sue massime preferite, “Ma perché devo riassettare il letto se già stasera ci torno a dormire?”, viene captata da ga nell'ultima uscita GAP su roccia del 2010, e per questo viene scaraventato giù dal letto a orari improbi, e trascinato su una via di roccia dalla fama non certo di una via "facile", patendo le pene dell'inferno. Non più tardi di un anno dopo, terrorizzato all'idea di trovare nuovamente così lungo, arriva all'appuntamento, ormai tradizionale, con l'ultima scalata su roccia dell'anno dopo un'intensa preparazione atletica, e sfodera prestazioni lasciando ga allibito. Definito dalla critica più severa "Soffice, pungente, sobrio. Criptico."




Assoldato dal team gap con il difficile (...) compito di menarlo a ga per il fatto di patire in maniera disumana la quota, assolve il suo compito durante la salita della cresta est del monviso, senza peraltro averlo mai visto nè conosciuto prima. Riguardo alla prestazione del candidato, la giuria GAP è però in netto disaccordo: lore vota 10, ga 2 per l'infinita bontà che lo contraddistingue. Le raccapricianti -per scarsità- conoscenze matematiche portano però quest'ultimo a dimenticare che la media tra i due voti rappresenta la sufficienza, e la conseguente ammissione. Prova allora a farlo fuori portandolo per la prima volta su una cascata, facendolo venire con due alpenstock, i ramponi di Carlesso, e per finire lasciandolo ultimo di quattro con gli altri tre perfettamente sulla sua verticale a fare il tiro al bersaglio: il maledetto ne esce pressochè indenne. Lasciata una corda sotto una via in zona Monviso per cause ancora sconosciute, ga ci riprova portandolo a salire una via nuova, su roccia, a 2700 metri il 28 di dicembre: stavolta è un anticiclone poderoso a dargli la possibilità non solo di sopravvivere, ma pure di farlo in maglietta. Ga, disperato, tenta la carta-ravano portandolo a fare ansiolitica al monte pennino, credendo di fargli trovare lungo almeno come bonatti sui dru, pur se da secondo; ma appena giunto al quarantesimo metro del primo tiro con si e no 4 protezioni una peggio dell'altra, si rende conto che l'unico a trovar lungo, qui, sarà lui stesso. Ulteriori tentativi si susseguiranno nei mesi seguenti, ma tuttora senza alcun risultato tangibile, se non che il suddetto continua a menarglielo...e già da anni oramai, non più solo per la quota. Ravanatore d'alto bordo quanto velista da quattro soldi, tra una cazzata e una strambata (con una netta predilezione per le prime) si dedica a scalar su ciuffi d'erba e muschio. Da frequentarsi sotto prescrizione medica. Non superare le dosi consigliate. Sconsigliabile in caso di ipersensibilità al principio attivo.



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