"allora, com'è il meteo in verdon?!", chiedeva speranzoso un buon'uomo. "secondo me facciamo una marea di km per poi prendere dell'acqua!", la risposta dal vago sapore svizzero. Il buonsenso prende persino ga, che colto alla sprovvista viene spinto a rimandare un suo main-project 2010 fino all'autunno. Ma dopo un attimo di sconforto, subito prende le contromisure "...però verso arco davano bello....dai, ripieghiamo sulla amici al brento?!". Lore rimarrà con in testa questo "ripieghiamo", voce del verbo "ripiegare", "...fare qualcosa d'altro giusto per non stare fermi", per più giorni. Certi vocaboli della lingua italiana lasciano spazio a ben poche interpretazioni, taluni altri lasciano spazio a valutazioni personali; "ripiegare" è uno di questi! Ciononostante, il parcheggio delle placche zebrate è raggiunto ad un orario non ben precisato della notte. "si consiglia dunque di partire presto dalla macchina, magari ancora alla luce delle frontali". Alle ore 7, il team GAP fa l'ingresso trionfale al bar delle placche per la sacrosanta colazione...però con la frontale accesa. Comunque, alla buon'ora delle 8 e 20, con la colazione (ben lungi dall'essere smaltita!) all'altezza di un orecchio e nell'altro il paradiso, i due giungono alla base della parete, dove incontrano un tal di nome Beppe, dall'accento vagamente padovano, con all'opera il compagno di cordata, Francesco. Ci ritroveremo 7 ore più tardi nel bosco sopra la parete, dopo un lungo viaggio “insieme” su questo bellissimo e impressionante paretone. Nel mezzo, di tutto: pezzi di persona che cadono dall'alto (ma per scelta, dicono sia uno sport: base jumping! Bah, la prossima volta che qualcuno mi dice “...ma arrampicare non è pericoloso?!”......). Due accademici che corrono lungo una parete. Uno dei due che parla in termini incomprensibili ma con la sua parlata genera simpatia indipendentemente dal significato delle cose che dice (sempre se lo hanno!), l'altro che si autodefinisce un vecchietto scopriamo essere un personaggio già noto e del quale abbiamo già avuto la fortuna di salire due sue creazioni, e che si tiene ancora mica da ridere. Poi ci sono le gocce di pioggia che ci cadono sulla testa, e le maledizioni a meteotrentino che dava una bella giornata di sole. Poi comodini, elettrodomestici, forni a microonde classe A ci tengono compagnia su alcuni dei tiri centrali. Ga approfitta dei tempi morti e si fa un bucato, giunto in sosta dopo un passo di VI su roccia incollata con il bostik e “protezione“ (termine valido solo per quelli che si autodefiniscono “ottimisti“) a 5 metri. Lore che insegue i due tipi, “accademici, non immortali!”, come ci viene comunicato, e che cerca di non perderne la scia per sfruttare l'aerodinamicità. Lore che sul penultimo tiro passa con un solo resting, ga che sull'ultimo passa pulito, e lore che ormai sgrada: tutto VI/VI+, forse qualche passettino di VII-, secondo lui. Prima manco li provava, ora li sgrada, figurarsi un pò. Insomma, un pò di flash raccolti lungo la via, davvero un bel viaggio e in ottima compagnia. Ma tornando a prima, eccoci nel bosco alla fine delle difficoltà. Sembrerebbe tutto finito, “i quattro scendono tranquillamente a valle, e...”. Macchè. C'è tempo ancora perchè succeda di tutto, Beppe dice di conoscere una discesa veloce e facile (che ovviamente non esiste, ma lui ci crede davvero e noi fingiamo di credergli...), e ci fa disperdere nel bosco. Lore prende un passaggio in motorino (tanto il casco lo aveva ancora in testa!) da uno che guida con una mano sola e con l'altra gesticola, gli altri tre si fanno scortare a valle da un uomo che per hobby si sfracella con il parapendio sulle pareti e, nelle varie fasi di convalescenza, si dedica al ruolo di “uomo-torcia” facendosi dare fuoco (!). Insomma che oggi, di normale, non ne abbiamo incontrato proprio nemmeno uno! Il delirio più completo! (PS un pò più serio: grazie a beppe e francesco per la piacevolissima compagnia!)
Data: aprile 2010

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Monte Brento (Via degli Amici)