Nel tentativo di convincere il mitico fulvio a seguire il teamp GAP su un grande progetto dolomitico 2010 (incredibile: a forza di inventare idee, ho trovato un vione che gli manca alla collezione!!), che si sente un pò poco allenato per una roba del genere (dagli torto: 5 tiri, ma di numero eh!, negli ultimi 5 mesi....), tocca al sottoscritto imbarcarsi in questa ennesima lunga maratona. Dal dialogo del giorno prima era emerso che avrebbe dovuto essere una cosa tranquilla, non un'avventura di quelle da rientro a notte fonda....“giusto per sgranchirsi un pò le gambe, fare un giretto in compagnia, e allenarmi un pò”, qualcuno diceva. Ore 0.52, terme di valdieri: due uomini e una frontale mettono in moto la fulvio-mobile. Frase standard "dai, facciamo un pò di km, poi ci fermiamo a riposarci una mezzora quando stiamo crollando dal sonno e dalla stanchezza“. Ore 1.10, riposti gli zaini in macchina, ore 1.18 ripassiamo a terme. Primo stop. Km percorsi sino a qui: 0,2. Ore 2.12, sant'anna di valdieri: secondo stop. Km percorsi: 7 circa. Ore 3.21, boves: terzo stop. Ore 4.55, mondovì: quarto stop. Ore 5.55, casello di savona. Non rimaneva altro che andare al Bar Benzi a far colazione, e sembravamo due discotecari! Tutto il resto è un inutile corollario di avvenimenti, ma per dovere di cronaca, riassumo qualche elemento saliente. Avvicinamento bello tosto, 3 ore buone, per giungere sotto la parete nord-est di questa punta, dal versante opposto ultrafrequentata per molti facili itinerari chiodati a spit. Di qui, qualcosa di esplorativo anni '30, la firma del mitico e indimenticabile Patrick Berhault (itinerari introvabili, relazioni moooolto sommarie), e infine questa via, che aspettava forse, probabilmente, ancora la prima ripetizione. A dire il vero il primo tiro, nel quale la relazione segna un chiodo, ne presenta la bellezza di 7 (!). Peccato che un'ulteriore fettuccia nella direzione sbagliata, ci spieghi il probabile arcano: in un qualche tentativo di ripetizione, dopo aver vagato cercando la via (...piccolo appunto: in effetti questo è l'unico punto in cui la relazione, sia testuale che sul tracciato, non ci è parsa esatta...), il tentativo si dev'essere arenato su una doppia su spuntone, e relativo mesto ritorno a casa. Anche noi facciamo fatica a capire il ”dove“ e il ”come“, poi Ga prova a rendere pratica un'intuizione, e una decina di metri dopo trova il chiodo segnato sulla relazione nel secondo tiro: è fatta! Il tempo intanto scorre....non allo stesso modo i 400 metri di via, complici anche i sei miseri chiodi, soste comprese. Ma alla fine con un ultimo tiro su blocchi accatastati, riusciamo finalmente a raggiungere la cima, alla buon'ora delle sei e mezza.....è fatta! ...macchè: con con questo siamo solo a metà giornata. Ci aspetta una serie di calate per raggiungere il rifugio, dove il simpatico gestore e un bel piatto di pasta abbondante con annessa fetta di torta ci danno il benvenuto, e poi....alle 10 in punto, voglia o non voglia, è il momento di ripartire verso valle...quasi tre ore per raggiungere la macchina. Che lunghissima giornata! (NdR, ma solo per gli amanti del genere: la via merita!)
Data: giugno 2010

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Punta Ghigo (via Il Fantasma del Lourousa)