Pratone dietro al rifugio tissi, sdraiati al sole, venerdì verso le 4 del pomeriggio, l'enorme parete davanti agli occhi. "Ga, ma come mai ci tieni così tanto a questa via? voglio dire, ci sono una marea di vie belle da scalare, questa non sarà così...questa sarà una lunga corsa, un bell'obiettivo, un ”banco di prova”, di certo non una bella arrampicata...come mai proprio il philipp?". Silenzio. "...non c'è un vero perchè. Ce ne sono tanti. L'anno scorso abbiamo visto il tramonto sul civetta dal bivacco sulla marmolada; me ne sono innamorato. L'abbiamo rivista più da vicino, passando per la prima volta ad alleghe, e c'era l'ultima luce del tramonto a tingerla di rosso. Mi è entrata nel cuore. Quando mi innamoro di una parete, non c'è nulla da fare, mi conosci. E il philipp...beh, è "la via" del civetta, non la più difficile forse, ma quella che più di tante altre ha segnato un'epoca.E poi, come dici tu, è un "banco di prova", è il modo di capire chi sei e dove sei arrivato. In ultimo, è lo stile con cui è stata aperta: un inno alla libertà, partiti per una ricognizione, poi bivacchi improvvisati, il secondo senza cibo e acqua, ma tanta passione e la speranza di realizzare un sogno....che splendido modo di dire “libertà”...“. Eccolo, il Philipp-Flamm. La lunga traversata dal Coldai al Tissi è stata la prima occasione di vederlo davvero. Ti chiedi per un sacco di tempo, guardando il tracciato sulle foto, perchè ”diedro“, e quando sei sotto la sua verticale, ecco che il diedro appare, più evidente che in foto, dove tutto rimane appiattito. L'emozione, non lo nascondo, è tanta...ora ho davvero capito cos'è che sogno, ha acquistato dei contorni, un percorso, una linea di debolezza in mezzo alle pieghe di questo muro verticale. Non c'è niente, che possa attrarre una persona ”normale” su questo immenso muro; eppure, l'alpinismo è questo! Salire in questo luogo inospitale per gioire al trovarsi di fronte il versante opposto, tenere addosso 12 ore di seguito le scarpette strettissime per sorridere nel potersi rimettere le scarpe di tutti i giorni, trovarsi in ansia su un passo difficile per poterlo guardare dall'alto e sorridere pensando ”...sono passato di qua!!”, stare concentrati per una decina d'ore, per sentirsi finalmente liberi e sereni non appena arrivati al termine delle difficoltà. Domani passeremo di lì...e chissà. Cena al rifugio, preparazione del materiale, accurata, il simpatico (e davvero gentile!) gestore ci dice che un sacco di cordate (...certo, in relazione a quelle che lo vanno a fare, eh...) parte con l'idea di uscire in giornata, e poi si trova a bivaccare nei camini terminali. Noi vogliamo uscire in giornata, ci proveremo, partiamo con quest'idea, poi...e poi si vedrà! ...ma dentro di me sono certo che ce la faremo. Alla sera arrivano al rifugio Tito e Fulvio, domani andranno a fare la sesta salita di ”Capitan Skyhook“ (...che livello!). Con loro il mitico Paolo, che per un attacco di belinismo, decide di lasciare l'imbrago in macchina e di andare su al torrani a piedi ad aspettarli là. Insomma, lui dice che non ce l'avrebbe fatta....tutte cazzate! Uno così, anche solo per lo spirito senza nemmeno metterne in dubbio le capacità tecniche, meriterebbe di crederci ancora...siamo certi che non avrebbe avuto problemi! Tornando al tissi, un'altra cordata sulla Aste, e poi ne arriva un'ultima di locals, diretti anche loro al Philipp....si andrà insieme! Alle 4, la sveglia suona impietosa, la notte è stellata, preludio a una giornata dal meteo perfetto. Sarà una lunga corsa, un lungo viaggio attraverso questa parete immensa. In breve, pur sbagliando strada qua e là, siamo al diedro, con il suo camino rosso, il suo traverso sotto il tetto, la sua esposta traversata per giungere al pulpito sullo spigolo. E poi ancora qualche tiro, fino ai temibili camini terminali. Qui il team GAP compie il capolavoro: "preoccupati" da tutte queste voci sulla gente che si perde da queste parti, noi ci togliamo il pensiero subito e non prendiamo l'ENORME camino davanti a noi, ma bensi una durissima fessura-camino a destra: risultato calata su nut, ridiscesa a valle, e via dietro ai locals. Che erroraccio, santo cielo!! Ci costerà lo stare tutti i camini sotto il ”fuoco nemico“; qui di roba ne vola, e nei tratti più esposti il team GAP mette il turbo per evitare di finire spiaccicati al suolo sotto qualche roccone! I bellunesi aggiungono un ”tiro del buco“ a quello ufficiale, ma su quello ”vero“, lore da spettacolo: continua a camminare sul fondo del camino, totalmente al buio, finchè non si gira e vede la luce: meno male, se continuava così arrivava al torrani per vie sotterranee! Sul tiro seguente, in condizioni disastrose, è ga a regalare emozioni, facendosi il suo (piccolo, per carità) voletto sul civetta: ci teneva tanto! E poi via, ancora un pò di tiri, non finisce più questa parete, finchè infine, verso le sei e mezza, siamo qui, su questo colletto, tutti infangati (condizioni dei camini non propriamente eccellenti!). Tra poco verrà il rifugio torrani, la cena con paolo, venturino, e gli amici del Capitano, ma...ora c'è altro a cui pensare: abbiamo fatto il philipp. Cavoli, abbiamo fatto il philipp!! (...un nota, personale, va al mio insostituibile compagno di cordata; quella del philipp non è stata la giornata che avevo così tanto sognato, è andato tutto bene ma non sono riuscito a viverla come avrei voluto. Però un compagno di cordata così, non è facile trovarlo. Neanche un amico così, a dire il vero. Grazie, lore, per questa e per tutte le grandi avventure che abbiamo vissuto insieme...e grazie già in anticipo per tutte quelle che ancora avremo voglia di vivere!)

Sotto la Nord-Ovest (Lore)


Data: agosto 2010

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Punta Tissi (Diedro Philipp-Flamm)