Arrampicata plaisir (...) con il Rosso, atto secondo. La buona sorte (del Rosso!) decide al posto di ga, e l'estrazione a sorte tra questa e un'altra via -la cui differenza era solo di quei tre-quattro gradi- premia questo ottocentone di stampo classico e scuola altoatesina che ga ha comunque in testa da un pò di tempo. Scopriremo poi solo durante il viaggio, che la distanza tra moena e sto passo delle erbe, è un pò come andare da bergamo a scalare a finale....vabbè, ma che saranno, qualche decina di km a spaventarci?! Macchè. Magari un ghiaione dolomitico per giungere alla base dell'imponente parete?! Neanche questo! ....mica degli infiniti laschi tra una sosta e l'altra?! ...ecco, magari questi un pochino di più! :-) Ma si sa, se c'è da lascare, si lasca, meglio: ci metteremo meno a fare la via! I cinquantoni si susseguono con una media di una o due protezioni a tiro (ma non sempre per scelta!), il Rosso oggi è in forma e si diverte, si diverte pure ga ma al quindicesimo tiro, l'ennesimo traverso, comincia a non averne più voglia....per mettere al sicuro il risultato, sull'ultimo traverso (....ancora?!?!) riesce a complicarsi la vita inutilmente e a trovare chilometrico su un tiro teoricamente dato III+...lezioni di come trovare del quinto abbondante e improteggibile a una trentina di metri dalla sosta in traverso.... %o$$!!:%$...!!! Terminato il viaggio mentale, sbuchiamo in cima dopo 7 ore di scalata, il Rosso si gioca tutte le sue chanches con una gentil signorina giunta in vetta sola soletta ma -a suo dire...“suo” del rosso, of course- bisognosa di essere tutelata, prodigandosi affinchè non si abbruttisca rovinando giù dalla ferratina che porta al colle, ma lì si consuma la solita storia dell'alpinista rude e della fanciulla delicata....lei giù per il sentiero segnato quasi più che la salerno-reggio calabria, mentre l'uomo vero deve deviare verso l'orrido canalone. Destini diversi, ma d'altronde è così: la dura lotta con l'alpe è anche questo! ;-) PS: ...giusto così, per parlare quà e là anche un pò di montagna -dicono qui si dovrebbe parlare anche di quello!- bella via, molto logica, che zigzaga all'infinito sulla parete a cercarne i punti deboli. Il posto merita davvero, i chiodi in via non sono certo un'enormità, la roccia non è il top ma sono più le prese che si possono tirare che quelle che bisogna spingere (!), non facilissima da trovare nella parte bassa, diventa evidente dopo il primo terzo. Consigliata a chi cerca le famose vie “di ampio respiro”....ma da affrontarsi con il dovuto rispetto....il grado su questa via non è tutto! ;-)
Data: agosto 2012

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Sass de Putia (Messner)