Agnèr, parete nord-ovest. E' iniziato tutto qualche tempo fa, quando il buon Carlo scrisse, su intotherocks, un articolo per questa "un tango per marinella", la conclusione del sogno del Mass sulla splendida nord-ovest. Non c'era riuscito, quel giorno dell'estate 2003, era bagnato il diedro che sognava, e così, un pò a malincuore, lo abbandonò per uscire più facilmente a sinistra. Nel 2009, ivo ferrari e renzo corona arrivarono a concludere quell'idea, quella linea, quel sogno del Mass. Quell'articolo era "il solito" del carlo, bello, ben scritto, e che leggendolo ti metteva la voglia di andare a vedere. Nessuna informazione se ne sapeva, ivo a una richiesta di informazioni restava vago, "la consiglierei a tutti, se non fosse lontana da tutti...". Si parlava di difficoltà classiche, di bella arrampicata, di buona roccia. Bisognava solo andare a vedere di persona, a cercare l'avventura. Non si poteva andare sempre, ci vogliono le condizioni, il diedro deve essere asciutto.....e dopo cinque giorni di alta pressione, gran caldo, e cielo sereno, l'occasione era da cogliere al volo....e così, in un afoso pomeriggio estivo, eccoci lungo lo zoccolo della torre armena, lungo ma almeno non troppo difficile da individuare, e in tasca pochi fogli, il più significativo dei quali una foto della parete con una linea ipotetica disegnata con il pennarello. Lì, saliva tango, lì bisognava andarla a cercare. Arrivati alla fine dello zoccolo, sono le 8, c'è il tempo di godersi il tramonto. Da quassù, come sempre quando sei a due passi dalla civiltà ma lontano dal mondo, sembra di essere in paradiso. La vista dell'agnèr al tramonto, da qui, è magica....e la sera è calda, lo zero termico è altissimo, dentro il sacco a pelo fa un gran caldo. Dopo cena, è il momento del riposo, aspettando l'alba, magica come il tramonto, forse un pò di più, perchè è l'inizio di una nuova giornata, intensa, di quelle che piacciono a noi! E così si parte, seguendo la logica sulla via del mass, nemmeno un chiodo fino a lassù, dove il diedro incombe sulla tua testa, e ti chiama, vuole che tu lo raggiunga, vuole vedere ancora qualcuno passare di lì, dopo ivo e renzo. L'arrampicata è bella, ed ettore dopo quaranta metri si ferma sotto a un diedro splendido, di roccia super, un tiro incredibile che ci godiamo dal primo all'ultimo metro, e poi ancora un bel diedro camino, per finire su un ultimo tiro un pò delicato, che ci porta al ghiaione sotto l'ultimo tratto di rocce facili che porta alla cima. Da qui lo spettacolo è grandioso, siamo qui, siamo felici, ma siamo anche davvero stanchi. Ci aspetta una discesa eterna, mai facile, delicata finchè non raggiungiamo i pratoni, e poi giù ancora verso valle, mentre il sole tramonta definitivamente e ci lascia in compagnia del buio. Una grande via, un grande socio, una grande parete, una grande giornata. Una grande avventura!
Data: agosto 2011

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Agner (Un tango per Marinella)