...che giornata! Indimenticabile. Dare un voto non è mica facile! Via: molto bella, alcuni tiri davveri notevoli! Lunghissima e impegnativa. Merita di sicuro una visita. Logistica: voto due, come i cretini presenti! Ovest, neanche mille metri di quota, zero termico a 3400, sul lago, giornata ben soleggiata (...e un litro e mezzo d'acqua scarso in due!): certo che con tutti i giorni che ci sono in un anno, complimenti per la scelta al team GAP! ...a una prima parte scalata in ombra, segue il disastro sulla parte alta, sotto un sole devastante e principi di disidratazione! Alla buon'ora del terz'ultimo tiro, ga in preda alle allucinazioni va da spit a spit scalando giusto il minimo indispensabile per raggiungere il successivo, lore dal canto suo riesce a evitare l'ultimo tiro duro inventando varianti: “cima” raggiunta alle 20, il team GAP ormai è in disuso e con serie difficoltà a parlare per via della disidratazione. Di corsa per arrivare il prima possibile a dell'acqua, ma la discesa è eterna, e come se non bastasse prendiamo (sbagliando) un taglio, giungendo per caso sul fantomatico sentiero n° 54 che ci dovrebbe riportare alla macchina. Peccato che lo incrociamo nell'unico punto in cui sale da entrambe le parti, e ovviamente pensiamo “vabbè, abbiamo tagliato fino a qua per boschi, tanto vale che tiriamo giù dritti fino al lago!”. Pochi minuti dopo, la scena è devastante: sono le 22, due uomini sono appollaiati sopra un dirupo guardando con aria semi-disperata la superstrada 100 metri sotto di loro, la civiltà così vicina eppure così lontana, e senza la minima idea di come raggiungerla. Si ritorna sul sentiero, 100 metri di ripido bosco affrontati con stile hymalaiano, poi lore non si perde d'animo, molla tutto e va in avanscoperta seguendo il sentiero in uno dei due versi, tornando sconsolato dopo un quarto d'ora. Non si capisce niente. Ga raccimola le ultime forze e si spreme le meningi, e insieme si giunge alla conclusione che “forse” (...mai un “forse” mi aveva massacrato così tanto!) è giusto dall'altra parte. Per fortuna, lo sarà, e alla vista delle famose corde fisse la certezza di riuscire a raggiungere la civiltà comincia a farsi tangibile, e nonostante i seri problemi di equilibrio di ga ormai allo stremo delle forze, i gappers giungono alla macchina a mezzanotte, correndo poi verso lecco e assaltando il primo kebabbaro aperto alla ricerca di liquidi. E' il ritorno alla vita, che si concretizzerà poi nei giorni successivi, molto lentamente. Esperienza allucinogena, che andava però raccontata; troppo facile raccontare solo dei successi e delle cose organizzate e riuscite alla perfezione: stavolta abbiamo sbagliato, ma nonostante tutto siamo riusciti a ritornare integri, con le nostre gambe, in condizioni disastrose ma l'esperienza è questa: si impara dai propri errori, non da tutte le cose che riescono bene! PS: al di là del racconto allucinogeno (...poco di inventato, anche i toni del racconto: è andata proprio così....), non lasciatevi scoraggiare, scegliete bene il periodo, portate tanta acqua...e andate a farla, questa via, merita!
Data: maggio 2010

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Zucco della Penduliva (via Minas Tirith)