Eccezionale. 650 metri di viaggio verticale. A leggere la relazione, "difficoltà massima VI-, un passo di A0", ma distribuiti su 15 tiri, sembra impegnativa ma non troppo....e invece, è una bella ringhierata nei denti. Valli a capire tu, i gradi. Noi non ci abbiamo capito nulla, forse, ma in effetti cambieremmo poco del grado dato, da "VI- A0 max" a "VI- A0 min"! Una tranvata dietro l'altra, all'inizio è la qualità della roccia a fare il grado, dal quarto tiro in su la roccia diventa buona e allora via ai laschi...e buon R3 a tutti! ...e cominciano anche le imprecazioni contro gli autori della relazione. "qualche chiodo può comunque rendersi utile"...beh, sì, magari tipo per fare delle soste degne di tal nome, o che so io, per proteggersi nei tratti in placca! ...a voler essere pignoli si potrebbe anche dibattere su L3+L4+L5 = 120 metri, che noi abbiamo salito con due tiri di corda, totale poco meno di 60 metri....e lasciamo stare il discorso gradi, perchè su sta via, di tiri sotto il VI se ne vedono ben pochi. Ma, come dice un caro amico, “...ma lascia perdere i gradi, la guida non guardarla e lascia perdere, scegli quello che ti piace, scala e divertiti!”. Solo così, con questa visione della vita (applicabile con facilità alla falesia, un pò meno alla montagna, ma comunque... :-), si capisce perchè su una via del genere, a tratti, ci si diverta nonostante tutto! ....ma torniamo a noi. la sera prima della partenza, ga trova traffico in tangenziale e ha il terrore che si dirigano tutti verso il carbonari, ele in perlustrazione prima del tramonto non riesce a vedere quasi nemmeno il lago per la fitta nuvolaglia presente, ed ettore riesce a perdersi e a non trovare per diversi minuti mandello del lario. Come inizio non c'è male! :-) Una meravigliosa nottata in macchina comincia a 0.20 e termina alle 4...l'aria è umida, uggiosa...e mette proprio voglia di partire. Tant'è, le quattro (!) ore di avvicinamento vanno via veloci (....), tranne l'ultimo pendio, che d'estate è un ripidissimo prato, d'inverno è un ripidissimo prato di erba ghiacciata con alcune lingue di neve. Ognuno sale come può, obiettivo: non sfracellarsi al suolo e rotolare verso valle; più per non rischiare di dover risalire tutto il maledetto pendio, che per terrore di essere raccolti con il cucchiaino in caso di scivolata! Parte ettore, IV+ e dice un pò troppe volte: “occhio!”. Ettore, sul IV+, che trova grane?! ...già capito come andrà la giornata. Al terzo tiro, VI-/A0, un traverso in placca di 3 metri fino a raggiungere un chiodo diventa il capolavoro di ettore. Curioso pensare a dove possa essere l'A0, ancora più curioso pensare a dove possa essere il VI-. Un tiro più facile, e poi il cambio...Ga si regala un meraviglioso tiro di IV (.........) quasi del tutto su erba, con due passi strapiombanti su ciuffi. Bel riscaldamento. La relazione vien voglia di buttarla via, di sicuro ha poco senso tirarla fuori: intuito e via, da qualche parte si andrà ben....per la precisione, su per un tiro stellare, che termina con un traversino di qualche metro che regala a ga emozioni uniche. Come il tiro successivo, un V (...?!?!) che lascia ricordi. Arrivati al minuscolo collettino, ga riflette “...pensa un pò che notte d'inferno a dover bivaccare qua...! Meno male che noi....” Poi si gira, guarda il sole che prende spazio dietro il monte rosa, vede i suoi compagni di salita....e comincia ad inorridire. Un'ora buona per attrezzare, in due, una sosta decente, e comincia il bivacco più assurdo che potessimo immaginarci. A destra un ripidissimo canalino nevoso, a sinistra due metri di discesa e poi il vuoto, nel mezzo 120x70cm di spazio con vista indescrivibile, tre persone aggrovigliate, una splendida stellata e un'intera notte di imprecazioni, sbadigli, occhi socchiusi, canzoni a tema, e un'infinità di pensieri. Ele è ancora incredula di essere proprio qui, ma in fondo è contenta di esserci, ed anzi, la frase “...sapete cosa vi dico?! che non mi interessa se non dormirò neanche 10 minuti, già solo il fatto di essere qui ne vale la pena!” lascerà allibiti gli altri due. (...mitica ele! ....quinta via lunga della vita........chapeau!!!). Duro il risveglio (.....), ma dopo un'alba magica...è ora! Riparte il buon ettore, che con il primissimo sole parte per un V+ che gli arriva dritto nei denti: resiste, esce in sosta, e si porta a casa uno dei più bei tiri della via. Ancora un tiro, senza manco più guardare la relazione, ed è il momento di inventare totalmente: una parete enorme davanti, dove si passerà? E' ga che prova a scoprirlo, con due tiri magistrali, nel secondo dei quali, un chiodo in loco fa ben sperare....per un lungo traverso dove “...'a voglia, senza mettere manco un chiodo!”. Attimi di panico invece per ettore, tornato al comando su gentile richiesta di un neurone di ga, e alla ricerca di qualsiasi posto dove ci sia speranza di uscire...eppure non siamo così lontani dall'uscita. Dopo tre false partenze, ecco un “...forse ci siamo!” liberatorio, vista anche l'ora. E' il momento di uscire più in fretta possibile, non troviamo l'ultimo tiro del togn ma l'ultimo della panzeri; poco male, il tiro è bellissimo e ben chiodato: ga lo porta a casa veloce, poi si lancia verso la cima con un ultima ottantina di metri facili ma delicati, e può tirare un urlo di gioia: sopra di lui solo il cielo blu! Dopo 37 ore, è quasi per la seconda volta il tramonto, la luce che ci circonda è eccezionale, la grignetta è magica, si vede tutto l'arco alpino, ed è qualcosa di magico questa volta. L'abbraccio è sincero, la gioia è tanta. Ele sorride, si gira a 360 gradi e spalanca gli occhi: forse ha capito cos'è l'alpinismo...il lato faticoso, difficile, impegnativo...per raggiungerne il lato del cuore, romantico, sognatore, a inseguire le nuvole e a godere di questo spettacolo unico e, ogni volta, irripetibile. Ci sarà poi un'eterna discesa, al tramonto e poi fino a notte fonda, ci sarà la disidratazione a spezzarci il fiato, a sfiancarci e a farci crollare ogni tanto nell'infinito ritorno alla civiltà, ci sarà una misera piadina a riempirci lo stomaco, ma che importa? ...anche questo è Avventura. Con la “A” maiuscola!
Data: marzo 2011

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Sasso dei Carbonari (via del Togn)